Saggi. 

Nikolai Mikhailovich Karamzin è un meraviglioso poeta, scrittore di prosa e storiografo. Ha rivelato ai suoi compatrioti la “Storia dello Stato russo”. Grazie ai molti anni di lavoro titanico di Karamzin, il popolo russo ha conosciuto i tempi più remoti della formazione del paese. Il suo lavoro non sono fatti e cifre aridi, ma la vita in tutta la sua diversità. Karamzin ha sistematizzato, riassunto e progettato artisticamente il materiale colossale accumulato dai cronisti. Lo scrittore è riuscito a trasmettere ai suoi contemporanei grande spirito patriottismo e dedizione dei primi “costruttori” dello stato russo. Ma Nikolai Mikhailovich ha iniziato la sua carriera di scrittore non con genere storico. Ha portato il sentimentalismo in Russia. La sua storia "Povera Liza" è stata una nuova tappa nello sviluppo della letteratura russa. Dopo il classicismo con i suoi caratteristici limiti e gli eroi artificiosi, il sentimentalismo fu una vera rivelazione. Lo scrittore rivela il mondo interiore dei personaggi, i loro sentimenti ed esperienze. Questi non sono più calchi di persone, ma loro stessi sono vivi e veri eroi. Karamzin ha anche sviluppato il genere delle storie storiche nel suo lavoro: "Natalia, la figlia del boiardo", "Martha la Posadnitsa" e altri. Anche Nikolai Mikhailovich ha reso omaggio alla poesia: i venti autunnali soffiano nel cupo boschetto di querce; Le foglie gialle cadono rumorosamente a terra. Il campo e l'orto sono vuoti, le colline gemono, nei boschi è cessato il canto, gli uccelli sono scomparsi... Triste viandante, consolati: La natura appassisce solo per poco tempo; Tutto prenderà vita. Le sue poesie sono multisoggetto: ha scritto sull'amore e la natura, sui cambiamenti nei sentimenti umani e sull'imperatrice. Non privato significato filosofico i suoi epigrammi: Qual è la nostra vita? Romanzo: chi è l'autore? Anonimo Leggiamo in sequenza, ridiamo, piangiamo... dormiamo. Una piccola frase riflette la filosofia della vita e la sua diversità. Qual è la nostra vita? - Fiaba. E l'amore? - Il suo inizio; Il finale è triste o divertente. Nasci, amore - e Dio sia con te! Karamzin ha lavorato anche nel genere giornalistico. I suoi articoli: "Sul commercio dei libri e l'amore per la lettura in Russia", "Ciò di cui l'autore ha bisogno", "Sull'amore per la Patria e l'orgoglio del popolo" possono essere pienamente correlati al nostro tempo; non sono meno rilevanti per noi, sebbene siano stati scritti all'inizio del XIX secolo. Ciò sottolinea ancora una volta il talento di Karamzin, la sua capacità di guardare nell'essenza delle cose, che cambia poco nel tempo. Karamzin è il nostro classico e i suoi valori sono eterni; l'eredità di Nikolai Mikhailovich Karamzin ne è la prova. Nel 1791, dopo la pubblicazione del libro rivoluzionario di A. N. Radishchev, iniziò a essere pubblicata una descrizione del viaggio di un altro autore, che giocò un ruolo molto importante, ma completamente diverso nello sviluppo della letteratura russa. Queste erano le "Lettere di un viaggiatore russo" del giovane scrittore Nikolai Mikhailovich Karamzin. Karamzin, sebbene molto più giovane di Radishchev, apparteneva alla stessa epoca della vita e della letteratura russa. Entrambi erano profondamente preoccupati per gli stessi eventi del nostro tempo. Entrambi erano scrittori innovativi. Entrambi cercavano di far scendere la letteratura dalle vette mitologiche astratte del classicismo e di rappresentare la vera vita russa. Tuttavia, nella loro visione del mondo differivano nettamente l'uno dall'altro, la loro valutazione della realtà era dissimile e per molti versi opposta, motivo per cui tutto il loro lavoro era così diverso. Figlio di un povero proprietario terriero siberiano, studente di collegi stranieri e per un breve periodo ufficiale del reggimento della capitale, Karamzin trovò la sua vera vocazione solo dopo essersi ritirato e avvicinandosi al fondatore della tipografia N. I. Novikov e alla sua cerchia . Sotto la guida di Novikov, partecipa alla creazione della prima rivista per bambini nel nostro paese, "Lettura per bambini per il cuore e la mente". Nel 1789 Karamzin viaggia per i paesi Europa occidentale. Il viaggio gli è servito come materiale per “Lettere di un viaggiatore russo”. Non c'è mai stato un libro nella letteratura russa che parlasse in modo così vivido e significativo della vita e dei costumi dei popoli europei e della cultura occidentale. Karamzin descrive le sue conoscenze e i suoi incontri figure di spicco scienza e letteratura europea; parla con entusiasmo della visita ai tesori dell'arte mondiale. I sentimenti del “viaggiatore sensibile” contenuti nelle “Lettere di un viaggiatore russo” sono stati una sorta di rivelazione per i lettori russi. Karamzin considerava una speciale sensibilità del cuore, la “sensibilità” (sentimentalismo), la qualità principale necessaria per uno scrittore. Nelle parole conclusive delle “Lettere...” sembra delineare il programma della sua successiva attività letteraria. La sensibilità di Karamzin, spaventato dalla Rivoluzione francese, che sentiva come un presagio di una "ribellione mondiale", alla fine lo portò lontano dalla realtà russa nel mondo dell'immaginazione. Ritornato in patria, Karamzin iniziò a studiare il Mosca Journal. Oltre a "Lettere di un viaggiatore russo", ha pubblicato le sue storie della vita russa: "Povera Liza" (1792), "Natalia, la figlia del boiardo" e il saggio "Flor Silin". Queste opere esprimevano con maggiore forza le caratteristiche principali del sentimentale Karamzin e della sua scuola. La creatività di Karamzin è stata molto importante per lo sviluppo lingua letteraria, lingua parlata, discorso del libro. Ha cercato di creare una lingua per i libri e per la società. Liberò la lingua letteraria dagli slavismi, creò e introdusse un gran numero di nuove parole, come “futuro”, “industria”, “pubblico”, “amore”. IN inizio XIX secolo, quando la gioventù letteraria combatté per la riforma linguistica di Karamzin - Zhukovsky, Batyushkov, Pushkin lo studente del liceo, lui stesso si allontanò sempre più dalla finzione. Nel 1803, secondo le sue stesse parole, Karamzin “fu tonsurato come storico”. Ha dedicato gli ultimi vent'anni della sua vita a un'opera grandiosa: la creazione della "Storia dello Stato russo". La morte lo trovò mentre lavorava al dodicesimo volume della “Storia...”, che racconta l'era del “Tempo dei Torbidi”.

VIE DI EVOLUZIONE

Le storie occupano un posto speciale nell'opera dello scrittore Karamzin. In totale, durante il periodo dal 1791 al 1803, scrisse più di una dozzina di racconti: "Frol Silin, un uomo benevolo" (1791), "Liodor" (1791), "Povera Liza" (1792), "Natalia, la La figlia di Boyar” (1792), “L'isola di Bornholm” (1793), “Sierra Morena” (1793), “Julia” (1794), “La mia confessione” (1802), “Martha la Posadnitsa, o la conquista di Novagorod " (1802), "A Knight of Our Time "(1803), "Sensitive and Cold" (1803), ecc. Queste opere ne hanno alcune caratteristiche comuni. Hanno un volume ridotto, il che ha colpito particolarmente i lettori abituati ai romanzi in più volumi del XVIII secolo. Ci sono pochissimi personaggi nelle storie e tutti sono vicini e comprensibili al lettore, a differenza degli eroi “alti” del classicismo. Non sono le avventure esteriormente divertenti degli eroi, ma il loro mondo interiore che diventa oggetto di ricerca artistica. Le osservazioni psicologiche del narratore Karamzin nella finzione, e soprattutto nel genere della storia, consentono di stabilire la dipendenza dei processi che si verificano nella vita interiore di una persona da circostanze e impressioni esterne (che corrispondevano allo spirito del atteggiamento sensualistico verso il problema dell’anima). L'uomo, secondo lo scrittore, non è inizialmente virtuoso o malvagio; è dotato solo di un certo temperamento, che per sua natura non ha ancora una colorazione etica e può portare sia alla virtù che al vizio, sia alla felicità che alla sofferenza, a seconda degli eventi che accadono a una persona nel suo percorso di vita.

Prima di tutto, il discorso (saturo di vocabolario emotivo, esclamazioni, frasi confuse che mostrano direttamente quanto sia eccitato l'eroe) aiuta a comprendere gli stati d'animo e le esperienze dei personaggi nelle storie di Karamzin. Il mondo interiore di una persona si rivela anche nel "modello" del suo comportamento: quanto sono importanti i gesti impercettibili a prima vista, il modo di muoversi o di parlare, le lacrime che lampeggiano negli occhi o il tremolio di un sorriso ! L'autore stesso parla degli stati d'animo e degli stati dei suoi personaggi e, infine, si può comprendere il mondo interiore di una persona “vedendo” il mondo che lo circonda attraverso i suoi occhi; il paesaggio stesso nelle storie di Karamzin diventa consonante con lo stato e l'umore dei personaggi e del narratore. Gli eventi sono pochi nei racconti, e sono strutturati in modo chiaro e sequenziale; l'autore evita tutto ciò che possa confondere o appesantire il pensiero. Inoltre, Karamzin crea in ciascuna delle sue storie la figura di un narratore ("storia" era intesa in russo Letteratura del XVIII- l'inizio del XIX secolo, fino a Pushkin e Gogol, come genere in cui il modo stesso di presentare gli eventi - la narrazione - acquisisce un significato speciale. Una storia è ciò che viene raccontato e quanto sia importante sentire chi è il narratore, quali sono le sue opinioni sulla vita, il suo atteggiamento nei confronti delle persone, la sua comprensione del mondo che lo circonda e il posto dell'uomo in esso.



Il narratore di Karamzin nella maggior parte delle sue opere appare come una persona indipendente: una persona sensibile che conosce personalmente i personaggi o che ha imparato la storia da amici, compagni di viaggio casuali e conoscenti. Risponde vividamente alle gioie e ai dolori delle persone; niente lo lascia indifferente. La vivacità della narrazione, l'illusione della realtà degli eventi descritti, hanno contribuito al risveglio della simpatia nell'animo dei lettori. Il narratore di Karamzin sembra condurre un dialogo costante con i suoi lettori, e questa comunicazione libera non è dedicata solo al triste o al commovente, ma può anche contenere una leggera ironia, uno scherzo e un gioco letterario, il cui scopo è ricordare ai lettori di cliché letterari familiari e riderne insieme.

In Karamzin, il motivo dell'amore assume un significato speciale nella costruzione delle trame delle storie. IN mondo dell'arte L'amore dello scrittore appare come un punto di svolta nella vita di una persona. Scoprendo la capacità di amare, gli eroi di Karamzin finalmente ritrovano se stessi; In questo modo si completa la loro formazione morale e, allo stesso tempo, si completa in modo unico la loro caratteristica percezione del mondo che li circonda. Dopotutto, illuminata dalla luce dell'amore, l'anima gemella dell'amato incarna anche un peculiare ideale di visione del mondo: uno sguardo che cerca ed è pronto a percepire tutto ciò che è buono e bello, emotivamente aperto a tutto ciò che è “altro” e trasformando così questo “altro” in parte integrante del proprio “io”. Karamzin ha delineato una comprensione sintetica dell'amore non solo come uno stato psicologico del tutto speciale, ma anche come un valore filosofico che rivela a una persona il suo scopo più alto e le leggi profonde dell'esistenza in un breve saggio incluso in "Lettere di un viaggiatore russo" sotto il titolo: “Pensieri sull’amore”. Il modo di interpretare il sentimento d'amore qui proposto può essere considerato come una sorta di chiave per comprendere quasi tutte le trame delle storie di Karamzin: “L'amore è una crisi, un momento decisivo della vita, atteso con trepidazione dal cuore. Si alza il sipario... Lui! Lei! esclama il cuore, e perde la personalità del suo essere.<…>Il fascino non è mai la base della passione; nasce all'improvviso dal contatto di due anime gentili in uno sguardo, in una parola; non è altro che simpatia, l'unione di due metà che languivano nella separazione. Solo una volta le cose bruciano; Il cuore ama solo una volta.<…>Non so se ci sono gli atei; ma so che gli amanti non possono essere atei. Lo sguardo del simpatico oggetto si rivolge involontariamente al cielo. Chi ha amato mi capisce”.

Lo psicologismo del narratore Karamzin assume le sue forme più caratteristiche nel racconto “Povera Liza” (1792). Le primissime frasi dell'opera qui sono diventate una sorta di diapason, ponendo il lettore in un certo stato d'animo emotivo e psicologico. “Forse nessuno che vive a Mosca conosce la periferia di questa città meglio di me, perché nessuno è sul campo più spesso di me, nessuno più di me vaga a piedi, senza un piano, senza una meta - ovunque gli occhi guardano - attraverso prati e boschetti, sopra colline e pianure..." Così inizia “Povera Liza” di N.M. Karamzin - a prima vista, sorprendentemente chiaro (e grazie alla concisione, come se prevedibilità della trama stessa, e grazie alla speciale colorazione emotiva e alla “trasparenza” del contenuto morale) - ma comunque, paradossalmente, uno dei più “ strane” storie della letteratura russa. La struttura della frase è troppo ritmica, come un ornamento finemente scritto; Si basa su segmenti sintattici commisurati che si correlano tra loro grazie a ripetizioni verbali, paralleli strutturali nella costruzione di una frase complessa, alternanza di righe membri omogenei. C'è quasi simmetria nella frase, ma la simmetria non è mortale, ma lascia spazio all'inaspettato, la cui fonte sarà la profondità psicologica della personalità umana. “Dato” nella prima frase e uno speciale atteggiamento mentale di concentrazione interna e allo stesso tempo - apertura alle impressioni dell'esistenza che non hanno bisogno di essere ricercate - loro stessi trovano una persona che viaggia “senza un piano, senza una meta” , “ovunque guardino gli occhi” “attraverso prati e boschetti, sopra colline e pianure”. Questo motivo del movimento come scoperta - sia del mondo che delle profondità della propria anima - è inteso nella storia non solo come un movimento spaziale in cui le impressioni della vita si riversano nell'anima, risvegliando in essa la simpatia. In un testo letterario il movimento è anche un “viaggio spirituale” alla ricerca della verità. L'espressione di questa dinamica dello spirito umano diventa l'intera struttura artistica dell'opera, quelle relazioni complesse e spesso multivalore che sorgono tra l'autore stesso - e il narratore, o "l'autore" che sta fuori dal testo - e gli eroi e, infine, il rapporto del lettore - sia con gli eroi che con il narratore, sia con l '"autore". Possono esserci molte di queste linee, e ognuna di esse dà quella portata al movimento della narrazione, che la rende veramente viva e organica, come un tutto vivente.

La stessa composizione di "Povera Lisa" crea condizioni speciali per l'interazione più vivace e dinamica del narratore con i suoi personaggi e lettori. L'uso della forma di una "cornice" compositiva (in cui l'introduzione e la conclusione dell'autore non sono direttamente correlate alla trama dell'evento, ma agiscono principalmente come un "ambiente" emotivo) ha permesso a Karamzin di "gettare un ponte" dagli eroi a il lettore. L'interazione di queste figure è determinata dalla struttura della storia stessa, e soprattutto dal peculiare “sistema di coordinate” di tempo e spazio in cui esiste il narratore. È separato dai suoi personaggi da un arco di tempo (l'azione della storia si è svolta “trent'anni prima di questo...”), ma, ricordando e parlando di quegli eventi, dal suo “presente” guarda al passato e sente un legame vivo e inestricabile con esso (“…amo quegli oggetti che mi toccano il cuore e mi fanno versare lacrime di tenero dolore!”). Ciò significa che tale comunicazione è possibile - il lettore vi si unisce involontariamente e dal suo “presente” (come se il “tempo di lettura”, per analogia con il “tempo di racconto” del narratore) si precipita come in un'altra sfera - il mondo del narratore, e attraverso di esso - e il mondo degli eroi della storia. La cornice compositiva ci permette di comprendere la direzione e la dinamica di questo movimento, che, secondo il sentimentalista Karamzin, è il programma ideale per la percezione di un testo letterario, la lettura-empatia, che in definitiva trasferisce trama letteraria nella realtà stessa.

L'apertura alle impressioni del mondo esterno consente al narratore di Karamzin di penetrare in un'altra sfera: nel mondo interiore degli eroi. Allo stesso tempo, il narratore bilancia abilmente tra analisi oggettiva ed empatia soggettiva, o più precisamente, trasforma l'empatia, l'“entrare in contatto” con le profondità spirituali del personaggio, la simpatia nel senso originale della parola (sentimento simultaneo) in un mezzo per rivelare la personalità degli "altri sé" presentati oggettivamente: gli eroi della storia .

Lo psicologismo diventa la principale scoperta artistica di Karamzin in “Poor Liza”. Lo scrittore qui, forse per la prima volta nella letteratura russa, rifiuta di presentare i suoi eroi come inequivocabilmente positivi o negativi (e tale divisione era caratteristica del classicismo). Erast non è affatto un cattivo, ama sinceramente Lisa, crede nel potere del suo amore, ma è debole nell'anima e quindi distrugge colui che gli è così caro. Anche nel momento più tragico della storia, l'autore è pronto, ma non può giudicarlo: “Il mio cuore sanguina in questo momento. Dimentico l'uomo di Erast - sono pronto a maledirlo, ma la mia lingua non si muove, guardo il cielo - e una lacrima mi scende sul viso...” Non puoi “dimenticare la persona” in una persona; bisogna sempre mantenere la compassione per gli sfortunati, soprattutto quando ne hanno più bisogno, al momento degli errori, anche tragicamente irreparabili. Ecco perché nella storia non c'è alcuna condanna del terribile peccato: il suicidio di Lisa, che nella disperazione ha dimenticato persino il suo dovere verso sua madre. E in questa tragica debolezza rimane per l'autore “un'anima e un corpo belli”. Allo stesso modo Erast, che “è stato infelice fino alla fine della sua vita<...>, non riusciva a consolarsi e si considerava un assassino”. Alla fine della storia apprendiamo della morte di Erast e ultima frase: “Ora forse hanno già fatto la pace!” - quel risultato morale ed emotivo che è più importante per lo psicologo Karamzin. L'uomo è inesauribile. Il suo personaggio si forma grazie alla sua educazione e alle circostanze esterne (ricordate le storie di vita di Lisa ed Erast, che il narratore ha raccontato prima di introdurre il lettore direttamente alla storia delle anime degli eroi). L'essenza della personalità è determinata dalle proprietà del temperamento innato, che influenzano sia il modello di comportamento che l'aspetto di una persona, in particolare il viso. "Ha un viso così gentile, una voce così..." ammira Lisa dopo il suo primo incontro con lo sconosciuto. E nel mondo di Karamzin, la sua esclamazione non è la prova di un’ingenuità impotente; con gli occhi dell'anima, con lo sguardo dell'amore, vede qui la vera essenza di Erast, nemmeno il presente, ma il futuro, come diventerà dopo la catastrofe, pentito del crimine commesso inconsapevolmente.

Il mondo spirituale dei personaggi è contraddittorio, ed è per questo che il sistema dei mezzi artistici è così complesso per aiutarlo a rivelarlo. Karamzin evita di nominare direttamente i sentimenti dei personaggi o di mettere loro in bocca frasi fiorite eccessivamente “sensibili”. Il loro discorso è emotivo a causa della sensazione del potere interiore e nascosto del sentimento, che sembra gradualmente sfondare nelle parole. Ecco la scena in cui Erast incontra la madre di Lisa: "Come dovremmo chiamarti, gentile, gentile gentiluomo?"<...>"Il mio nome è Erast"<...>. "Erast", disse Lisa tranquillamente. "Erast!" "Ha ripetuto questo nome cinque volte, come se cercasse di consolidarlo." In questa ripetizione - l'ammirazione dell'eroina, il nascente sentimento di amore e tenerezza per giovanotto e la gentilezza di Lisa verso tutti gli esseri viventi.

L'agitazione interna è inerente anche al narratore stesso, la cui parola emotiva è anche una finestra sul mondo spirituale sia degli eroi che del narratore; Inoltre, il discorso spesso si interrompe, e questa pausa è già una finestra sul mondo delle esperienze del lettore, una precisa opportunità per lui di restare solo con se stesso e ascoltare il proprio cuore. Nella scena più emozionante della spiegazione dei personaggi, il lettore vede come la consueta metafora “l’amore brucia il cuore” si trasformi in quasi immagine reale come se fosse luce visibile, fuoco: “Liza stava con gli occhi bassi, con le guance infuocate, con il cuore tremante - non poteva staccargli la mano, non poteva voltare le spalle quando lui le si avvicinò con le sue labbra rosa... ah ! La baciò, la baciò con tale ardore che tutto l'universo le sembrò in fiamme!<...>Ma butto giù il pennello…”

Karamzin rivela spesso il mondo interiore degli eroi attraverso l'esterno: un ritratto, una descrizione dei dettagli, un disegno del loro comportamento. Pertanto, i mughetti di Lisa diventano un simbolo della purezza, della timidezza e della timida bellezza della ragazza. Non è un caso che quando nel suo cuore era già nato l'amore per un gentiluomo sconosciuto, che le aveva promesso di comprarle sempre dei fiori, senza incontrarlo il giorno dopo, Lisa lancia fiori nel fiume con le parole: “Nessuno può possederti !” Ciò stabilisce un’analogia simbolica incondizionata tra il fiore e il mondo spirituale dell’eroina. Anche i gesti sono espressivi: rallegrandosi che Erast sarebbe venuto a casa loro ogni giorno, Lisa "... guardò la sua manica sinistra e la pizzicò con la mano destra" - sia la gioia che la paura, e l'aspettativa di una nuova felicità sconosciuta sono nascosto in questo gesto dell'eroina.

Il mondo interiore dei personaggi è rivelato così completamente nella narrazione dell'autore che spesso è impossibile distinguere di chi "voce" sentiamo. Qui Lisa ricorda il suo defunto padre: “Spesso la tenera Lisa non riusciva a trattenere le proprie lacrime - ah!...” - e questa e altre esclamazioni emotive della storia si applicano allo stesso modo sia al personaggio che al narratore. I punti di vista dell'autore e dei personaggi descritti apparentemente oggettivamente si intersecano e si sovrappongono; Non è un caso che a volte una catena di impressioni di vita, immagini che si svolgono in un particolare episodio, appaia chiaramente attraverso il prisma della visione dell'eroe (e il più delle volte dell'eroina, Lisa stessa). "All'improvviso Lisa udì il suono dei remi - guardò il fiume e vide una barca, e nella barca - Erast..." - la sequenza di impressioni qui è tale che rivela chiaramente uno sguardo dalla riva, dal vero bordo dell'acqua, uno sguardo abbattuto: l'unico possibile per l'eroina confusa.

La caratterizzazione del complesso sistema di interazione tra il narratore e i suoi personaggi e soprattutto con il lettore è impossibile senza l'analisi del contenuto semantico, filosofico ed estetico che è presente nella storia e consente al suo mondo di aprirsi all'esterno - al destino delle idee e “grandi” generi letterari e artistici.

I problemi della storia sono arricchiti anche dal peculiare "dialogo" che il narratore Karamzin conduce in essa con tradizione letteraria. Gli scrittori sentimentalisti ricorrevano spesso a simili "riferimenti" ad altre opere - questo ravvivava l'immaginazione del lettore, rendeva la percezione più dinamica ed emotiva e coinvolgeva il pubblico in una sorta di gioco - riconoscendo suggerimenti sparsi nel testo (il romanziere inglese Laurence Stern ricorreva spesso a a una tecnica simile; in Karamzin “Lettere di un viaggiatore russo” e quasi tutte le storie sono permeate di “ricordi” simili). In “Povera Liza” l'autore gioca in modo creativo con la tradizione pastorale, una delle più antiche della letteratura mondiale ed estremamente popolare nel XVIII secolo.

La pastorale nell'antichità è, prima di tutto, “un'immagine della semplicità e del flusso pacifico della vita rurale, come la vede un abitante della città<...>, un paesaggio abitato dall'uomo, in cui le greggi pascolano accanto ai campi coltivati, dove il pastore, espletate le sue facili fatiche, si abbandona liberamente alla creatività<...>, il mondo di una cultura rurale semplice e armoniosa, contrapposta a una civiltà diventata troppo complicata e impantanata nei vizi”. A prima vista, nell'arte dei tempi moderni, il tema dei “pastori e pastorelle”, che penetra non solo nella letteratura, ma anche nella pittura, nella scultura, nella scultura in porcellana, nel teatro, nella musica e persino nella moda femminile dell'era rococò, può sembrare troppo convenzionale e frivolo, ma è associato a una serie di motivi filosofici che determinano in gran parte l'idea del mondo di una persona e il suo senso di sé.

Al centro delle varie varietà di genere della tradizione pastorale c'è il mito dell '"età dell'oro" (l'età originaria dell'umanità, l'era della naturale semplicità e bontà, che è per sempre passata per le persone che hanno conosciuto l'avidità e l'inimicizia). In una pastorale, sorge involontariamente il pensiero sulla connessione tra la vita quotidiana e le leggi di tutta l'esistenza, l'affinità dei più senza pretese con i valori spirituali più importanti - è grazie alla più alta spiritualità (e non a un vuoto desiderio di “decorazione” o disattenzione ai problemi reali di un vero villaggio) da diventare così elegante, armonioso e La vita dei pastori è bella, convenzionalmente estetizzato in immagini pastorali. La pastorale porta anche una certa antropologia ed etica: idee sull'essenza naturale dell'uomo e sulle convenzioni delle relazioni sociali, sulle interconnessioni e sull'opposizione tra naturale e artificiale, naturale e sociale, emotivo e razionale, ecc. Una visione del mondo simile risuonava idee filosofiche J.-J. Rousseau, che esercitò una grande influenza sul pensiero russo e, più in generale, europeo nella seconda metà del XVIII secolo. L'inizio naturale e naturale nell'uomo è bello e la speranza utopica della felicità può essere associata solo al sogno di un ritorno all'eterna armonia tra le persone - figli della natura, uguali nel loro stato naturale.

Il sentimentalismo è vicino nella pastorale, prima di tutto, alla fragile grazia del sistema figurativo, così utile per rappresentare l'ideale dell'amore spirituale. Al desiderio sentimentalista di cambiare e trasformare il mondo secondo le leggi della sensibilità risponde la struttura stessa delle trame pastorali, che spesso si basano sul motivo del cambiamento dei “ruoli” umani convenzionali (il re o la regina appaiono come pastorella o pastorella ; un uomo nobile si innamora di una donna virtuosa del villaggio, la sua nobile origine viene improvvisamente rivelata, ecc. .d.) - in una parola, tutto è possibile; il mondo pastorale rivela la vera essenza di una persona, solitamente nascosta sotto il guscio esterno, superficiale. I motivi pastorali della letteratura educativa portavano anche l'idea della profonda dignità morale, virtù e nobiltà dell'uomo comune, che tuttavia è dotato di tutta la ricchezza della vita spirituale. Questa è l'eroina del romanzo insolitamente popolare sia in Europa che in Russia di S. Richardson “Pamela, o Virtue Rewarded” (1740): una povera umile ragazza, una serva, risveglia l'amore nel cuore del suo padrone, Lord B. , resiste senza paura ai suoi attacchi offensivi, esigendo rispetto di sé, e con questa fermezza, vera nobiltà, costringe il suo tormentatore a cambiare. "Anche se sono solo una serva, la mia anima è immortale, proprio come l'anima della principessa", esclama Pamela, come se anticipasse il pensiero educativo di Karamzin, l'autore di "Povera Liza", sul valore incondizionato dei sentimenti uomo comune.

Il sostrato pastorale della trama della “Povera Lisa” è già fissato nell'introduzione dell'autore: il panorama di Mosca comprende un angolo di indisturbata felicità pastorizia (“Dall'altra parte del fiume si vede un boschetto di querce, vicino al quale numerose mandrie pascolano; lì i giovani pastori, seduti all’ombra degli alberi, cantano canti semplici e tristi…”). La pastoralità definisce le idee letterarie di Erast (“Leggeva romanzi e idilli; aveva un’immaginazione abbastanza vivida e spesso si spostava mentalmente a quei tempi<...>in quale<...>tutto il popolo passeggiava con noncuranza per i prati, si bagnava in sorgenti pulite, si baciava come tortore, si riposava sotto rose e mirti e trascorreva tutti i giorni in felice ozio. Gli sembrava di aver trovato in Lisa ciò che il suo cuore cercava da molto tempo. "La natura mi chiama tra le sue braccia, alle sue gioie pure", pensò e decise - almeno per un po' - di lasciare il grande mondo"); Così, ancor prima che gli eventi si svolgano, grazie ad una vasta rete di associazioni letterarie e culturali, viene stabilita la possibile direzione delle aspettative del lettore: la storia può svilupparsi sia come un'idilliaca riunione senza conflitti di eroi in seno a un semplice mondo rurale, o come la storia di un vile seduttore la cui anima deve infine essere trasformata attraverso l'incontro con la vera virtù.

Ma né l'una né l'altra aspettativa sono vere (poiché Karamzin quasi sempre non giustifica esattamente ciò che sembra inevitabile al lettore). Per un mondo idilliaco, Erast è troppo spesso associato al movente del denaro. I ricercatori hanno notato che la sua comunicazione con Lisa inizia e finisce con loro, e negli intervalli, anche se la filantropia materialmente espressa dell'eroe viene dal profondo del suo cuore, risulta essere in conflitto con il suo sogno di tornare in Arcadia; in essa tempi ideali unità primordiale, in questo mondo di assoluta completezza e abbondanza, non dovrebbe esserci denaro.

Tuttavia, qui non vi è alcun motivo richardsoniano dello scontro tra destino e virtù. Erast è solo debole, volubile e volubile; ma sono proprio queste qualità a renderlo estraneo a quella “età dell'oro” sognata dall'eroe: del resto, non appena sorge l'incostanza, coloro che sembravano amore eterno e l'Armonia, il Tempo e la Morte giungono nella felice Arcadia. Erast Karamzin diventa involontariamente la personificazione di questi principi; Ecco perché ad esso è associato il motivo dell'improvvisa, una brusca svolta degli eventi, espressa, di regola, quasi simbolicamente “all'improvviso”, che è così importante nella storia. Secondo il ricercatore della storia V.N. Toporov, questa parola, “dinamizzare una situazione che prima era omogenea ed equilibrata”, proprio in Karamzin diventa un'espressione di sorpresa, “passando da una situazione all'altra”. Ma il “gioioso” “all'improvviso” degli incontri di Liza ed Erast, in sostanza, prepara quel tragico “all'improvviso”, che aprirà all'eroina la possibilità di un terribile epilogo (“...All'improvviso mi sono visto sul riva di uno stagno profondo…”); In questa coincidenza verbale non si nasconde tanto un'opposizione quanto un presentimento dell'inevitabile.

Importante è anche lo sfondo pastorale immediatamente prima della spiegazione d’amore dei personaggi, quando Lisa si sforza di comprendere la rivoluzione in atto nella sua anima. L'emotività interna di questa scena è particolarmente accresciuta dal fatto che il lettore, che ha familiarità con i motivi pastorali, sente involontariamente quanto siano spostati qui. La pastorale è, anche se per un breve momento, ma pur sempre un ritorno all'armonia originaria con la natura. In questo episodio, Lisa per la prima volta sente di non poter gioire insieme al mondo che si risveglia: “Ma presto il nascente luminare del giorno risvegliò tutta la creazione: i boschetti e i cespugli presero vita; gli uccelli svolazzavano e cantavano; i fiori alzarono la testa per bere i vivificanti raggi di luce. Ma Lisa era ancora seduta lì, triste. Naturalmente, il paesaggio è un importante mezzo di caratterizzazione psicologica nella storia di Karamzin; l'autore crea una varietà di immagini della natura vicino a Mosca, ognuna delle quali è allo stesso tempo una descrizione vivida e memorabile e allo stesso tempo un mezzo di analisi approfondita delle esperienze emotive dei personaggi. Di solito nel sentimentalismo, la natura è in sintonia con l'umore di una persona, sembra rispondergli ("le cupe torri gotiche del monastero di Simonov" all'inizio della storia prevedono il tragico sviluppo degli eventi; nei momenti di felicità degli eroi , la natura è permeata di felicità e di luce; la caduta di Lisa ed Erast avviene quando tutta la natura sembrava immersa nel caos degli elementi: “La tempesta ruggiva minacciosamente; la pioggia cadeva da nuvole nere...”; l'immagine del la morte dell'eroina è circondata da un'atmosfera di sconforto e tristezza). La natura corrisponde al mondo umano, ma una fusione armoniosa con esso è solo un'utopia.

L'anima, presa da un impeto di sentimenti, anticipa la sventura; una persona immersa nei pensieri nel momento più inaspettato sente la sua solitudine in un mondo bello e gioioso che vive una vita naturale: “Ah, Lisa! Cosa ti è successo? Fino ad ora, svegliandoti con gli uccelli, ti divertivi con loro al mattino, e un'anima pura e gioiosa brillava nei tuoi occhi, come il sole splende in gocce di rugiada celeste; ma ora sei pensieroso e la gioia generale della natura è estranea al tuo cuore. All'improvviso ho realizzato la discordia qui esistenza umana e la natura sembra foriera del sentimento romantico della solitudine dell’uomo nel mondo. Nella storia di Karamzin, questo motivo perde quasi immediatamente la sua nitidezza: avendo appreso di essere amata da Erast, Liza si sentirà di nuovo in modo ancora più vivido di fondersi con l'armonia dell'esistenza circostante ("Le allodole non hanno mai cantato così bene, il sole non ha mai splendeto così luminosi, non ho mai avuto fiori così non profumati!”). Tuttavia, il ritorno dello stato d'animo luminoso avviene solo fino al momento in cui, abbandonata da Erast, l'eroina cade di nuovo in un sentimento di solitudine - questa volta assoluta ("Il cielo non cade, la terra non trema!..."). ); La fine di questa discordia è il suicidio dell'eroina.

Il percorso verso l'Arcadia è chiuso, e il pastorello che passa in lontananza, che Lisa guarda prima della sua spiegazione con Erast, e i pensieri dell'eroina sulla felicità desiderata sono un altro simbolo della sua irraggiungibilità e instabilità: “Nel frattempo, un giovane pastore su la riva del fiume guidava il suo gregge, suonando il flauto. Lisa fissò lo sguardo su di lui e pensò: “Se colui che ora occupa i miei pensieri fosse nato semplice contadino, pastore, e se ora guidasse il suo gregge davanti a me<...>. Mi guarderebbe con uno sguardo affettuoso, forse mi prenderebbe la mano... Un sogno! la guardò con sguardo affettuoso, le prese la mano") conferma solo che l'armonia è illusoria in un mondo dove regna la crudele inevitabilità. L '"età dell'oro" è scomparsa dalla vita terrena, la riconciliazione universale delle contraddizioni è possibile solo in paradiso - questa idea risuona nelle ultime righe della storia.

In generale, la poetica stessa della storia ingenuamente sensibile di “Povera Liza” diventa la migliore espressione della filosofia artistica unica del sentimentalismo, che si trovava a cavallo tra l'era della razionalità e degli elementi del sentimento, l'era della normatività e quella del sentimento. dominio dell’individualità assoluta. Il sentimentalismo risulta essere un breve momento di equilibrio di questi principi, quando la ragione non è ancora stata sostituita dalla spontaneità irrazionale, quando le manifestazioni dei sentimenti sono armoniose ed esteriormente contenute, quando le tragiche contraddizioni della vita sono già realizzate - ma l'apertura simpatica e la socievolezza di una persona non consente ancora di distruggere le connessioni dell'essere. L'espressione artistica di ciò è l'inestricabile connessione comprensiva del narratore, degli eroi e del lettore, che determina la struttura della narrazione nella prosa del sentimentalismo e diventa la base della poetica dell'opera sentimentalista più sorprendente della letteratura russa: la storia di Karamzin.

"Natalia, la figlia del boiardo" (1792) occupa un posto speciale tra le storie sentimentali di Karamzin. . Questa non è solo la prima esperienza nell'affrontare un tema storico (l'azione della storia si svolge durante il periodo dello zar Alessio Mikhailovich, nella Rus' pre-petrina, anche se qui Karamzin non si sforza di creare un sapore storico in quanto tale). Il passato per lui è un mondo di relazioni idealmente pure e non artificiali, un tempo “quando i russi erano russi, quando si vestivano con i propri vestiti, camminavano con la propria andatura, vivevano secondo le proprie usanze, parlavano la propria lingua, cioè, hanno parlato come pensavano.

L'ingenuità della trama toccante e non sempre credibile non spaventa Karamzin: ammira i giovani eroi meravigliosi, si rallegra della purezza e della nobiltà della loro relazione, ammira la fedeltà del loro amore: chiunque non creda in tali sentimenti non è degno del titolo di persona sensibile. Allo stesso tempo, c'è spazio per uno scherzo nella storia. Karamzin ironizza sulle tecniche dei romanzi d'avventura, ben note ai lettori dell'epoca. Tali lavori richiedono segreti ed enigmi - e così il boiardo Matvey, non capendo perché sua figlia sia diventata improvvisamente triste nella casa dei suoi genitori, va a fitte foreste a "sua zia centenaria", che era considerata una strega e poteva spiegare il motivo della malinconia di Natalya. Immaginiamo quanto misterioso e favoloso potrebbe esserci in un simile episodio della storia! Ma Karamzin scrive solo una frase: "Il successo di questa ambasciata è rimasto sconosciuto: tuttavia, non c'è un grande bisogno di saperlo" - prendendo in giro sia il lettore ingenuo, sia gli autori che usano tali tecniche per interessare ad ogni costo. Inoltre, quando viene raccontato come Natalya, la sua tata e il suo misterioso sposo sono arrivati ​​​​al luogo in cui si nasconde, anche l'atmosfera di mistero aumenta: una foresta profonda, una capanna, fuochi, uomini barbuti cupi intorno... Gli spaventati la tata comincia a gridare che questi sono ladri - e il narratore di Karamzin reagisce alla velocità della luce: “Ora potrei presentare un'immagine terribile agli occhi dei lettori - l'innocenza sedotta, l'amore ingannato, una bellezza sfortunata in potere di barbari, assassini, moglie di un atamano di ladri, testimone di atrocità e, infine, dopo una vita dolorosa, morente sul patibolo sotto l'ascia della giustizia, agli occhi dello sfortunato genitore” - ha elencato tutti i possibili orrori che potrebbero sorgere nel trama da questa situazione e... subito ci ha “rassicurato”: “No, caro lettore, no! Questa volta risparmia le lacrime - calmati - la vecchia tata si sbagliava - Natalya non è con i ladri!

Lo scherzo qui non distrugge l'intonazione sentimentale, la rende solo più ricca - dopo tutto, puoi simpatizzare non solo nei guai, ma anche nella gioia. Questo stile artistico corrispondeva anche al contenuto della storia - allegro, intriso di spirito di giovinezza e speranza - dopo tutto, quello che sembrava un passo fatale diventa qui l'unica opportunità per raggiungere la felicità. Non è un caso che l'impatto di questa storia di Karamzin su Le opere di Puskin("Blizzard" e "The Peasant Young Lady"), in cui anche gli eroi ritrovano la loro felicità, anche quando sembra perduta per sempre.

Tutti i biografi dello scrittore riconoscono all'unanimità il 1793 come una pietra miliare nello sviluppo creativo e filosofico di Karamzin - un periodo di forte aggravamento della situazione politica in Francia (nell'estate del 1793 fu istituita a Parigi la dittatura giacobina, che divenne il segnale per lo spiegamento del sanguinoso terrore rivoluzionario che fece inorridire l’Europa). Ha visto l'inizio della rivoluzione durante il suo viaggio all'estero. Karamzin apprese con estrema eccitazione e amarezza le terribili conseguenze di ciò che una volta era accaduto proprio davanti ai suoi occhi. Alla fine del racconto “La vita di Atene” (1793), lo scrittore fa una digressione autobiografica che descrive perfettamente il suo stato in quel momento: “Sono seduto da solo nel mio ufficio di campagna, in una vestaglia sottile, e davanti a me non vedo altro che una candela accesa, un foglio di carta sporco." giornali e giornali di Amburgo, che... mi informeranno della terribile follia dei nostri illuminati contemporanei."

Lo shock sembra dividere l'anima dello scrittore, e l'incarnazione del completo crollo interno sono i suoi due eroi: Filalete e Melodorus, le cui "voci" sono "le voci dell'anima di Karamzin stesso", che con tragica chiarezza avvertì il crollo di le speranze del passato, la fede utopica nella buona natura dell'uomo e nella possibilità della razionalità, la riorganizzazione della società sulla base del bene e della giustizia: “L'VIII secolo sta finendo; Cosa vedi sul palcoscenico del mondo? - L'VIII o il X secolo finisce e lo sfortunato filantropo fa due passi verso la sua tomba per sdraiarsi lì con il suo cuore ingannato e lacerato e chiudere gli occhi per sempre.<…>Dove sono le persone che amavamo? Dov’è il frutto della scienza e della saggezza?<…>L'età dell'Illuminismo! Non ti riconosco - nel sangue e nelle fiamme non ti riconosco - tra gli omicidi e le distruzioni non ti riconosco!..” (“Melodoro a Filalete”). Una persona cerca di mantenere la speranza (“Amico mio, lasciamoci consolare anche adesso dal pensiero che la sorte della razza umana non è un'eterna delusione e che un giorno le persone smetteranno di torturare se stesse e gli altri” - “Philaletos a Melodore”). Ma su cosa basare tale fede: questa è la domanda che d'ora in poi preoccuperà dolorosamente Karamzin, che diventerà la fonte del misterioso mistero del mondo che lo circonda, e in effetti del destino stesso per i suoi eroi.

L'opera innovativa più sorprendente di Karamzin di questo periodo fu la storia "L'isola di Bornholm". Secondo il piano dell'autore, era adiacente a "Lettere di un viaggiatore russo", ricordando al lettore l'eroe già familiare, che si immedesimava così vividamente con tutto quello che gli è capitato. Ritorna dall'Inghilterra alla Russia; Lungo la strada, la nave atterra sulla riva, dove il narratore incontra un misterioso sconosciuto. Era un giovane pallido e abbattuto, “più un fantasma che un uomo”. "Guardava il mare azzurro con i suoi immobili occhi neri, in cui brillava l'ultimo raggio di vita che svaniva", suonava la chitarra e cantava una canzone misteriosa sull'amore bello ma criminale, sulla terribile punizione e perdita, sull'isola di Bornholm, dove la sua anima si sforza invano, riguardo alla maledizione dei genitori...

Le leggi condannano

L'oggetto del mio amore

Ma chi, oh cuore! Forse

Resisterti?<...>

Natura sacra!

Il tuo gentile amico e figlio

Innocente davanti a te.

Mi hai dato il tuo cuore...

Il narratore non è riuscito a scoprire chi fosse e da dove venisse: la nave salpò e il mistero rimase irrisolto. Solo pochi giorni dopo, quando la nave era al largo delle coste della Danimarca, il viaggiatore vede l'isola di Bornholm e decide di scendere a terra nella speranza di svelare il mistero dello straniero. Si ritrova in un castello fatiscente, il cui proprietario è un silenzioso vecchio dai capelli grigi, abbattuto da un misterioso dolore, e tutto intorno è permeato di un'atmosfera di distruzione e morte imminente: “Ovunque era cupo e vuoto. Nella prima sala, circondata all'interno da un colonnato gotico, pendeva una lampada che gettava appena una pallida luce sulle file di pilastri dorati, che cominciavano a sgretolarsi fin dall'antichità; in un punto c'erano parti di un cornicione, in un altro c'erano frammenti di pilastri, in un terzo c'erano intere colonne cadute...”

Il viaggiatore trova nel giardino una grotta-sotterranea in cui è imprigionata una bella donna. Fa discorsi incoerenti: bacio la mano che mi giustizia - amo ancora colui per il quale sono stata punita così terribilmente - faglielo sapere nel suo esilio - la mia fine è vicina... E il vecchio racconta al viaggiatore il segreto della sua famiglia - “il segreto terribile!”, “la storia più terribile<...>cosa che ora non sentirete, amici miei", aggiunge il narratore Karamzin. Quindi la storia finisce quasi a metà frase.

La vera e propria “trama” della storia raccontata dal narratore-viaggiatore viene omessa, e in modo così esaustivo che, in sostanza, la linea stessa dell'evento della storia viene qui distrutta. Il narratore di Karamzin preserva costantemente le descrizioni introduttive, sintonizzando emotivamente il lettore - e porta oltre il testo ciò che, in effetti, avrebbe dovuto essere preceduto da queste descrizioni - il contenuto stesso della storia narrata, che potrebbe essere familiare a un lettore istruito in letteratura da numerosi esempi di romanzi “gotici”, già estremamente popolari in Europa alla fine del XVIII – inizio del XIX secolo. Il mistero che ha incuriosito il lettore rimane irrisolto, perché la cosa principale qui non è solo la trama, ma un'atmosfera speciale.

    SENTIMENTALISMO IN RUSSIA. - Nella letteratura russa, l'essenza borghese della S. europea ha perso il suo significato sociale. La nobiltà russa accettò il nuovo stile della letteratura europea come una forma conveniente per l'espressione artistica delle loro nuove esigenze. L'inizio del crollo dei rapporti feudali spinse una certa parte della nobiltà verso interessi personali ed esperienze intime. I teorici della nuova direzione vedevano lo scopo dell'arte nel fatto che "dovrebbe occuparsi di una cosa aggraziata, rappresentare la bellezza, l'armonia e diffondere impressioni piacevoli nell'area sensibile" (1793, "Di cosa ha bisogno un autore?" Karamzin). "La poesia è un giardino fiorito di cuori sensibili", ha detto Karamzin. Il poeta è un “abile bugiardo”, “trova il lato poetico nelle cose più ordinarie”, “descrive quegli oggetti che gli sono vicini e con la loro stessa forza attraggono la sua immaginazione”, ma questa è un'espansione della gamma dei fenomeni soggetta alla conoscenza del poeta, rispetto alla poetica del classicismo limitata dall'esigenza: “è meglio per il giovane allievo delle Muse rappresentare in poesia le prime impressioni dell'amore, dell'amicizia, delle dolci bellezze della natura, piuttosto che la distruzione del mondo, il fuoco generale della Natura, ecc. di questo genere” (dalla prefazione al 2° libro di “Aonid”, 1796). Nel genere dell'elegia i temi dell'amore, dell'amicizia e della natura rurale furono sviluppati con un gusto deliberato per i temi “sensibili”. La malinconia - "il più dolce traboccamento dal dolore e dalla malinconia alle gioie del piacere" - è considerata uno stato d'animo "più dolce di tutti i divertimenti artificiali e i piaceri ventosi". Pensieri sul cimitero, riflessioni nel cimitero di notte sotto la luna con ricordi di Jung, Ossian, Gray sono tipici di una persona malinconica che ammira le sue lacrime e glorifica il creatore dell'universo. Ricordi idilliaci del passato, sogni rosei del futuro, del potere della provvidenza sono inclusi nel bagaglio spirituale del poeta sentimentalista, il quale riconobbe che la mente, che la borghesia rivoluzionaria in Francia proclamava come una forza potente per il rinnovamento del mondo, è insufficiente e che è necessario educare il “cuore” – il “colpevole” delle grandi azioni, delle nobili azioni”. Testi di Karamzin (vedi), Zhukovsky (vedi), I. Dmitriev (vedi), Kapnist, Neledinsky-Meletsky (vedi), Kaisarov, Karabanov, P. Lvov, A. Turchaninova, dipendenti del Mosca Journal, “ Bulletin of Europe ”, “Ipocrene, ovvero le gioie dell’amore”, “Letture per il gusto, la ragione e il sentimento”, ecc. saturo di questo argomento. Il culto della natura ha dato origine a un genere speciale di viaggio. Le "Lettere di un viaggiatore russo" Karamzin con il ricordo del "sensibile, gentile, amabile Stern" divennero un modello, seguito da numerosi "viaggiatori sensibili" - Nevzorov ("Viaggio a Kazan, Vyatka e Orenburg nel 1800", M. , 1803), Shalikov (“Viaggio nella Piccola Russia”, M., 1803), V. Izmailov (“Viaggio nella Russia di mezzogiorno”, 1800-1802), M. Gladkova (“Viaggio di quindici giorni di quindici anni- vecchio, scritto per compiacere i genitori e dedicato ad un quindicenne ad un amico,» P., 1810), ecc. Lo scopo del viaggio è la “confessione di se stessi”, “una conversazione con se stessi e con gli amici sugli eventi del mondo, sul destino dei popoli terreni, sui propri sentimenti”. Insieme alle descrizioni delle emozioni sensibili che ogni tanto sorgono tra i viaggiatori, con la ripetizione di temi, testi sentimentali (malinconia, sogni, cimitero, ecc.), il genere di viaggio ha introdotto nella circolazione del lettore informazioni su varie parti del mondo, su monumenti culturali, su persone eccezionali (Karamzin nelle "Lettere" su Herder, Wieland, Kant, ecc.). A causa delle delicate invettive sulla natura e sui sogni “sotto la corrente dei fiumi”, raramente appariva un quadro desolante della vita vera, ma la sobria politica del grande proprietario terriero si manifestava chiaramente negli scritti di V. Izmailov, che difendeva attività colonialiste in Crimea, o P. Sumarokov in “I divertimenti di un giudice di Crimea, o il secondo viaggio in Taurida” (1803), che proponeva di sfrattare i tartari dalla Crimea. "La storia delle disgrazie della razza umana" faceva parte del programma di narrativa sentimentale, in cui due flussi - "terribile" e "sensibile" - si fondevano in un flusso di emozioni toccanti causate dallo sfortunato destino di uno degli eroi, eroine o episodi “terribili”. Il romanzo di Gnedich "Don Corrado de Guerrera, o lo spirito di vendetta e barbarie degli spagnoli" (1803) e il racconto di Karamzin "Povera Liza" (1792) sono i più tipici di questo genere. Le storie intitolate "Povera Lilla" (1803), "Povera Masha" (1803), "L'infelice Margarita" (1803), "La sedotta Henrietta", "La storia della povera Marya", "Amanti infelici", ecc. sentimenti" simpatia per i "poveri", ma il sapore Peisan nella rappresentazione della vita contadina o borghese, gli effetti melodrammatici oscuravano la verità della vita e quindi rivelavano il "mondo dell'essenzialità" in modo estremamente limitato alla realtà. Deboli germi di plausibilità si notano anche nel cosiddetto romanzo storico scuola sentimentale. I tentativi di disegnare il passato sulla base di documenti, cronache familiari e leggende presero la forma del solito idillio o fantasia: "Natalia la figlia del boiardo" (1792), "Marta la posadnitsa o la conquista di Novgorod" (1803) di Karamzin, "Rurik" di A.M.-sky (1805), "Xenia Princess Galitskaya" (1808), a volte seguendo in modo abbastanza accurato piccoli fatti di natura storica, hanno dato una falsa idealizzazione del lungo passato. La stessa linea per appianare le contraddizioni vita sociale, un atteggiamento idilliaco nei confronti della realtà nel dramma sentimentale, saturo di “Kotsebyatina”: Ilyin, autore del dramma “Liza, o il trionfo della gratitudine” (1801), “Generosità o reclutamento” (1803); Fedorov, autore dell'opera "Lisa, o le conseguenze dell'orgoglio e della seduzione" (1804); Ivanov, autore dell'opera “Premiata virtù, o una donna, che sono poche” (1805), ecc. Tutti gli elementi dello stile sentimentale erano subordinati a un principio artistico: “Sillaba, figura, metafora, immagini, espressioni - tutto questo tocca e affascina quando è animato dal sentimento" (Karamzin, Di cosa ha bisogno l'autore?, 1793). Si supponeva che il lavoro sulla lingua contribuisse alla “elaborazione del cuore”. Un discorso elegante, estraneo al volgare, al provincialismo, agli slavi ecclesiastici, modellato sugli scrittori francesi - "esempi di sottigliezza e piacevolezza nello stile" (Karamzin), costituì la base per la riforma della lingua letteraria nella scuola di Karamzin. La selezione di parole, forme grammaticali e strutture sintattiche ha rotto l'elemento del libro di chiesa della lingua letteraria, trasformandolo in un'arma nella lotta dell'intellighenzia nobile contro le forme arcaiche. Grazie a ciò, oltre che a una certa espansione dell'argomento, S. in Russia ha avuto un certo significato progressista. Eventi politici dall'inizio del XIX secolo. che, sotto l'influenza della vita europea, ha provocato una reazione complessa nella realtà sociale della Russia, ha contribuito ad accelerare la fine della tendenza sentimentale. Il russo S. iniziò a decomporsi, cadendo nel nuovo formato tendenze letterarie o cessare completamente di esistere. “C'è stato un tempo in cui tutti volevano la fama sentimentale; qualcos'altro è arrivato - e tutti cercano di dire e scrivere al momento giusto e nel modo sbagliato - intelligente o stupido, non ce n'è bisogno! epigramma contro il sentimentale", dichiarò la situazione sul fronte letterario di "Aglaya" nel 1808. Elementi di una certa sensibilità nell'ulteriore sviluppo della letteratura russa entrarono in tendenze così lontane essenzialmente da S. che la loro presenza nelle opere di gli autori de “Il Capostazione” o “Cappotti” o “Poveri” devono essere considerati fenomeni di tutt'altro significato storico ed estetico.

Alla fine del XVIII secolo, i nobili russi vissero due grandi eventi storici: la rivolta contadina guidata da Pugachev e la rivoluzione borghese francese. Oppressione politica dall'alto e distruzione fisica dal basso: queste erano le realtà che i nobili russi dovevano affrontare. In queste condizioni, i valori precedenti della nobiltà illuminata subirono profondi cambiamenti.

Una nuova filosofia nasce nel profondo dell'illuminismo russo. I razionalisti, che credevano che la ragione fosse il principale motore del progresso, cercarono di cambiare il mondo attraverso l'introduzione di concetti illuminati, ma allo stesso tempo si dimenticarono di una persona specifica, dei suoi sentimenti viventi. È nata l’idea che fosse necessario illuminare l’anima, renderla sincera, sensibile al dolore degli altri, alla sofferenza degli altri e alle preoccupazioni degli altri.

Karamzin e i suoi sostenitori hanno sostenuto che la strada verso la felicità delle persone e il bene comune sta nell'educazione dei sentimenti. L'amore e la tenerezza, come se fluissero da persona a persona, si trasformano in gentilezza e misericordia. "Le lacrime versate dai lettori", ha scritto Karamzin, "sgorgano sempre dall'amore per il bene e lo nutrono".

Su questa base è nata la letteratura del sentimentalismo, per la quale la cosa principale è il mondo interiore dell'uomo con le sue gioie semplici e semplici. società o natura vicina e amichevole. In questo caso si stabilisce un legame molto stretto tra sensibilità e moralità. I conflitti tra la gente comune, gli eroi “sensibili” e la moralità prevalente nella società sono piuttosto acuti. Possono finire con la morte o la sfortuna dell'eroe.

In prosa il racconto e il viaggio divennero tipiche forme di sentimentalismo. Entrambi i generi sono associati al nome di Karamzin. Un esempio del genere della storia per il lettore russo era "Povera Liza" e il viaggio - le sue "Lettere di un viaggiatore russo".

La popolarità della "Povera Lisa" non è diminuita da diversi decenni. Si legge ancora con vivo interesse. La storia è scritta in prima persona, il che implica l'autore stesso. Davanti a noi c'è una storia-ricordo. L'eroe-autore racconta innanzitutto in dettaglio di se stesso, dei suoi luoghi preferiti a Mosca che lo attraggono e che visita volentieri. Questo stato d'animo include sia il romanticismo ("un quadro magnifico, soprattutto quando il sole splende su di esso; quando i suoi raggi serali brillano su innumerevoli cupole dorate, su innumerevoli croci che salgono al cielo!"), sia la pastorizia ("Lussureggiante, densamente verde, fiorito prati sparsi sotto") e cupi presentimenti ispirati dal cimitero del monastero e che danno origine a pensieri sul destino mortale dell'uomo.

La triste storia di Lisa è raccontata attraverso le labbra dell'autore-eroe. Ricordando la famiglia e la vita patriarcale di Liza, Karamzin introduce la famosa formula “anche le contadine sanno amare!”, che getta nuova luce sul problema della disuguaglianza sociale. La maleducazione e le cattive maniere delle anime non sempre sono la sorte dei poveri.

Karamzin descrive con completezza e dettaglio il cambiamento negli stati d'animo di Liza dai primi segni di amore divampante alla profonda disperazione e sofferenza senza speranza che hanno portato al suicidio.

Lisa non aveva letto nessun romanzo e non aveva mai provato questa sensazione prima, nemmeno nella sua immaginazione. Pertanto, il cuore della ragazza si è aperto più forte e con più gioia quando ha incontrato Erast. Con quale sentimento straordinario e sublime l'autore descrive il primo incontro dei giovani, quando Lisa tratta Erast con latte fresco. "Lo straniero ha bevuto - e il nettare delle mani di Ebe non avrebbe potuto sembrargli più gustoso." Lisa si innamora, ma con l'amore arriva la paura, ha paura che il tuono la uccida come una criminale, perché "l'adempimento di tutti i desideri è la tentazione più pericolosa dell'amore".

Karamzin ha deliberatamente equiparato Erast e Liza in senso umano universale: sono entrambe nature capaci di ricche esperienze emotive. Allo stesso tempo, Karamzin non ha privato gli eroi della loro individualità. Lisa è una figlia della natura e dell'educazione patriarcale. È pura, ingenua, altruista e quindi meno protetta dall'ambiente esterno e dai suoi vizi. La sua anima è aperta agli impulsi naturali dei sentimenti ed è pronta ad abbandonarsi ad essi senza pensare. La catena di eventi porta al fatto che Erast, avendo perso a carte, deve sposare una ricca vedova, e Lisa, abbandonata e ingannata, si getta nello stagno.

Il merito di Karamzin è stato che nella sua storia non c'è nessun cattivo, ma un normale "ragazzo" appartenente a una cerchia secolare. Karamzin fu il primo a vedere questo tipo di giovane nobile, in una certa misura il predecessore di Eugene Onegin. "Erast era un nobile piuttosto ricco, con una mente giusta e un cuore gentile, gentile per natura, ma debole e volubile. Conduceva una vita distratta, pensava solo al proprio piacere, lo cercava nei divertimenti sociali, ma spesso non la trovò: si annoiava e si lamentava della sorte mia". Il cuore naturalmente gentile di Erast rende lui e Lisa in comune, ma a differenza di lei, ha ricevuto un'educazione artificiale e libresca, i suoi sogni sono senza vita e il suo carattere è viziato e instabile.

Senza rimuovere la colpa da Erast, lo scrittore simpatizza con lui. I vizi dell'eroe non sono radicati nella sua anima, ma nei costumi della società, crede Karamzin. La disuguaglianza sociale e patrimoniale separa e distrugge le brave persone e diventa un ostacolo alla loro felicità. Pertanto, la storia si conclude con un accordo pacificante.

La "povera Liza" ha causato un'ondata di imitazioni: "Povera Masha" di Izmailov, "Alexander e Yulia" di Lvov, "Seduced Henrietta" di Svechinsky e molti altri. Di natura diversa, queste opere sono raggruppate a seconda del modo in cui esprimono la “sensibilità”. Alcuni autori preferiscono aprire il proprio cuore, deviando da qualsiasi trama. Altri, al contrario, utilizzano una trama ricca di conflitti e collisioni. Apparvero anche opere “speculative”, in cui si dimostravano i benefici dell'educazione sentimentale. Un esempio di tali opere è stata la storia di Georgievskij “Eugene, o lettere a un amico”. L'eroe scrive lettere ad un amico in cui racconta come si è sposato, come lui e sua moglie parlano di come crescere il figlio. Le lettere trasmettono non tanto il contorno esterno degli eventi quanto l'intensa vita interiore dell'eroe.

Negli anni Dieci dell'Ottocento si rivelarono segni di crisi del sentimentalismo.

Apparvero molti imitatori ed epigoni, semplificando il significato filosofico delle idee di Karamzin e dei suoi sostenitori. La falsa sensibilità, il linguaggio pomposo e pomposo hanno aumentato l'insoddisfazione dei lettori per la storia sentimentale.

Tuttavia, va detto che i cliché stilistici e lo stile florido sono caratteristici di tutti gli scrittori di questa direzione. La prosa in quegli anni era ancora alla ricerca di un proprio stile. L'espressione degli stati psicologici umani era estremamente difficile a causa della crudezza della lingua letteraria russa.

In queste condizioni, il linguaggio della poesia serviva da modello per esprimere gli stati emotivi. Pertanto, le caratteristiche del linguaggio della poesia furono trasferite direttamente alla prosa e gli scrittori cercarono di scrivere in prosa nel modo in cui scrivono poesie. Ma questo ha dato origine a una “dolcezza” di stile, di cui gli stessi scrittori si sono fatti beffe. Pertanto, l'autore del sentimentalismo "di massa" era P. Shalikov. Il poeta Tumansky scrisse di lui:

Figlio della natura di un pastore

Lo scrittore Nulikov canta così dolcemente,

È ora che pronunci il suo nome senza problemi

Pasticcere di letteratura.

Ma la vita del genere non è finita. Quanto al viaggio, che comprendeva un racconto, una storia, delle memorie, un saggio politico, una scena quotidiana, ha acquisito altre forme letterarie: romanzo d'avventura, romanzo di viaggio, saggio di viaggio. La profondità del contenuto del viaggio era ora determinata dall'intero mondo spirituale dell'autore. Le migliori opere di scrittori russi nel genere dei viaggi - "Lettere di un ufficiale russo" di F. Glinka, giornalismo di viaggio di V. Kuchelbecker, "Viaggio ad Arzrum" di A. Pushkin, "Frigate Pallada" di I. Goncharov - si incontrano nuove aspettative del lettore, poiché presentano la personalità del viaggiatore-interlocutore.

La storia sentimentale ha contribuito all'umanizzazione della società, ha suscitato un genuino interesse per l'uomo. L'amore, la fede nella salvezza dei propri sentimenti, la freddezza e l'ostilità della vita, la condanna della società: tutto questo può essere incontrato se sfogli le pagine delle opere della letteratura russa, e non solo del XIX secolo, ma anche del ventesimo secolo.

Caratteristiche del sentimentalismo (diapositiva n. 10)

Un allontanamento dalla schiettezza del classicismo nella rappresentazione dei personaggi e nella loro valutazione;

Enfatizzata soggettività dell'approccio al mondo;

Culto del sentimento;

Culto della natura;

Il culto della purezza morale innata, dell'innocenza;

Viene stabilito il ricco mondo spirituale dei rappresentanti delle classi inferiori.

Caratteristiche del sentimentalismo russo (diapositiva n. 11)

Carattere educativo espresso;

Forte orientamento didattico;

Miglioramento attivo della lingua letteraria introducendovi forme colloquiali.

Nel 1791, dopo la pubblicazione del libro rivoluzionario di A. N. Radishchev, iniziò a essere pubblicata una descrizione del viaggio di un altro autore, che giocò un ruolo molto importante, ma completamente diverso nello sviluppo della letteratura russa. Queste erano le "Lettere di un viaggiatore russo" del giovane scrittore Nikolai Mikhailovich Karamzin. Karamzin, sebbene molto più giovane di Radishchev, apparteneva alla stessa epoca della vita e della letteratura russa. Entrambi erano profondamente preoccupati per gli stessi eventi del nostro tempo. Entrambi erano scrittori innovativi. Entrambi cercavano di far scendere la letteratura dalle vette mitologiche astratte del classicismo e di rappresentare la vera vita russa. Tuttavia, nella loro visione del mondo differivano nettamente l'uno dall'altro, la loro valutazione della realtà era dissimile e per molti versi opposta, motivo per cui tutto il loro lavoro era così diverso. Figlio di un povero proprietario terriero siberiano, studente di collegi stranieri e per un breve periodo ufficiale del reggimento della capitale, Karamzin trovò la sua vera vocazione solo dopo essersi ritirato e avvicinandosi al fondatore della "tipografia" N.I. Novikov e il suo circolo. Sotto la guida di Novikov, partecipa alla creazione della prima rivista per bambini nel nostro paese, "Lettura per bambini per il cuore e la mente". Nel 1789 Karamzin viaggia attraverso i paesi dell'Europa occidentale. Il viaggio gli è servito come materiale per “Lettere di un viaggiatore russo”. Non c'è mai stato un libro nella letteratura russa che parlasse in modo così vivido e significativo della vita e dei costumi dei popoli europei e della cultura occidentale. Karamzin descrive le sue conoscenze e incontri con figure di spicco della scienza e della letteratura europea; parla con entusiasmo della visita ai tesori dell'arte mondiale. I sentimenti del “viaggiatore sensibile” contenuti nelle “Lettere di un viaggiatore russo” sono stati una sorta di rivelazione per i lettori russi. Karamzin considerava una speciale sensibilità del cuore, la “sensibilità” (sentimentalismo), la qualità principale necessaria per uno scrittore. Nelle parole conclusive delle “Lettere...” sembra delineare il programma della sua successiva attività letteraria. La sensibilità di Karamzin, spaventato dalla Rivoluzione francese, che sentiva come un presagio di una "ribellione mondiale", alla fine lo portò lontano dalla realtà russa nel mondo dell'immaginazione. Ritornato in patria, Karamzin iniziò a studiare il Mosca Journal. Oltre a "Lettere di un viaggiatore russo", ha pubblicato le sue storie della vita russa: "Povera Liza" (1792), "Natalia, la figlia del boiardo" e il saggio "Flor Silin". Queste opere esprimevano con maggiore forza le caratteristiche principali del sentimentale Karamzin e della sua scuola. Il lavoro di Karamzin è stato molto importante per lo sviluppo della lingua letteraria, della lingua parlata e del discorso dei libri. Ha cercato di creare una lingua per i libri e per la società. Liberò la lingua letteraria dagli slavismi, creò e introdusse un gran numero di nuove parole, come “futuro”, “industria”, “pubblico”, “amore”. All'inizio del XIX secolo, quando i giovani letterari - Zhukovsky, Batyushkov, Pushkin lo studente di liceo - combatterono per la riforma linguistica di Karamzin, lui stesso si allontanò sempre più dalla finzione. Nel 1803, secondo le sue stesse parole, Karamzin “fu tonsurato come storico”. Ha dedicato gli ultimi vent'anni della sua vita a un'opera grandiosa: la creazione della "Storia dello Stato russo". La morte lo trovò mentre lavorava al dodicesimo volume della “Storia...”, che racconta l'era del “Tempo dei Torbidi”.

17. Prosa di N. Karamzin: problematica, poetica

Il sentimentalismo dichiarava che il sentimento, e non la ragione, era la dominante della “natura umana”, cosa che lo distingueva dal classicismo. Il sentimentalismo credeva che l’ideale dell’attività umana non fosse la riorganizzazione “ragionevole” del mondo, ma la liberazione e il miglioramento dei sentimenti “naturali”. Il suo eroe è più individualizzato, il suo mondo interiore è arricchito dalla capacità di entrare in empatia e rispondere in modo sensibile a ciò che accade intorno a lui.

La pubblicazione di queste opere ebbe un grande successo tra i lettori dell'epoca; “Povera Liza” suscitò molte imitazioni. Il sentimentalismo di Karamzin ha avuto una grande influenza sullo sviluppo della letteratura russa: ha ispirato, tra le altre cose, il romanticismo di Zhukovsky e l'opera di Pushkin.

A parte il periodo preparatorio dell'opera letteraria di K. prima del viaggio all'estero, tutta la sua attività di narrativa e persino di giornalista è limitata al breve periodo dal 1791 al 1803; dopo questo periodo, 23 anni della sua vita furono dedicati alla “Storia dello Stato russo”. K. già negli anni Novanta del Settecento. funge da insegnante e leader della letteratura. La sua influenza è stata enorme; I rappresentanti di diversi movimenti intellettuali della società russa hanno riconosciuto apertamente questa influenza e hanno parlato della fascinazione che hanno subito per K..

Un eccezionale riflesso del sentimentalismo nella letteratura russa sono le “Lettere di un viaggiatore russo” di Karamzin (1797-1801). L'autore delle “Lettere” non nasconde il suo atteggiamento entusiasta nei confronti di Sterne, lo menziona più volte, citando in un caso un estratto da “Tristram Shandy”. Negli appelli sensibili al lettore, confessioni soggettive, descrizioni idilliache della natura, elogi di una vita morale semplice, senza pretese, lacrime abbondantemente versate, che l'autore racconta ogni volta al lettore, l'influenza di Stern e Rousseau, che anche Karamzin ammirava, è contemporaneamente sentito. Arrivando in Svizzera, il viaggiatore vede negli svizzeri una specie di figli della natura, pastori dal cuore puro che vivono lontano dalle tentazioni della frenetica vita cittadina. "Perché non siamo nati in quei giorni in cui tutte le persone erano pastori e fratelli!" - esclama a riguardo.

Anche “Povera Liza” di Karamzin è un prodotto diretto dell'influenza del sentimentalismo dell'Europa occidentale: l'autore imita Richardson, Stern, Rousseau; completamente nello spirito dell'atteggiamento umano dei migliori rappresentanti del sentimentalismo nei confronti delle loro eroine sfortunate, perseguitate o morte prematura, Karamzin cerca di toccare il lettore con il destino di una contadina modesta e pura che ha rovinato la sua vita a causa dell'amore per un uomo che senza pietà la lascia, venendo meno alla sua parola.

In termini letterari, "Povera Liza", come le altre storie di Karamzin, è un'opera piuttosto debole; La realtà russa quasi non si riflette in essa o è rappresentata in modo impreciso, con una chiara tendenza all'idealizzazione e all'abbellimento. Tuttavia, grazie ai suoi colori umani e delicati, questa storia, che ha fatto piangere un vasto pubblico di lettori sul destino di un'eroina modesta e del tutto inosservata, ha costituito un'era nella storia della letteratura narrativa russa e ha avuto un effetto piuttosto benefico, anche se influenza di breve durata sul pubblico dei lettori. Anche nel racconto “Natalya, la figlia del boiardo” (1792), la cui trama è tratta dall'antica vita russa, l'elemento sentimentale occupa il primo posto: l'antichità è idealizzata, l'amore è languido e sensibile. Le opere di Karamzin divennero presto oggetto di imitazione.

  1. Nuovo!

    Uno scrittore innovativo che ha sviluppato una nuova direzione nella letteratura europea, N. M. Karamzin si è dimostrato nell'opera artistica e giornalistica "Lettere di un viaggiatore russo", che era alla pari con l'opera principale del sentimentalismo inglese...

  2. Nuovo!

    Gioventù russa. Il libro di Karamzin ha avuto un'enorme influenza sulla letteratura russa. Belinsky scrisse dell'autore: "Ha trasformato la lingua russa, rimuovendola dai trampoli della costruzione latina e del pesante slavismo e avvicinandola a una lingua viva, naturale, colloquiale...

  3. Nuovo!

    Mio percorso creativo N. M. Karamzin ha iniziato come traduttore e la selezione stessa opere straniere per la traduzione indica già i suoi gusti e i principi estetici emergenti. Così, nell’idillio di Gesner “La gamba di legno”, tradotto da Karamzin...

  4. Nuovo!

    Nikolai Mikhailovich Karamzin diventa il fondatore del sentimentalismo in Russia. Figlio di un proprietario terriero nella provincia di Simbirsk, in gioventù prestò servizio nella guardia, da dove si ritirò con il grado di tenente. Viaggia per l'Europa e nel 1791, stabilendosi a Mosca, diventa...

  5. Nuovo!

    Il criterio della bellezza e dell'efficacia era il principale per Karamzin come artista; il criterio della forza decideva per lui come storico e pensatore politico. Non è necessario dimostrare la debolezza di entrambi questi criteri. Marfa Posadnitsa evoca l'ammirazione dell'esteta Karamzin....

  6. Nuovo!

    La cosiddetta riforma della lingua letteraria attuata da Karamzin si espresse non nel fatto che emanò alcuni decreti e cambiò le norme della lingua, ma nel fatto che lui stesso iniziò a scrivere le sue opere in un modo e in un luogo nuovi opere tradotte nei suoi almanacchi... .

Usiamo spesso parole familiari come carità, attrazione e persino amore. Ma poche persone sanno che se non fosse stato per Nikolai Karamzin, forse non sarebbero mai apparsi nel dizionario russo. Il lavoro di Karamzin è stato paragonato alle opere dell'eccezionale sentimentalista Stern e ha persino messo gli scrittori allo stesso livello. Possedendo un profondo pensiero analitico, riuscì a scrivere il primo libro, "Storia dello Stato russo". Karamzin lo ha fatto senza descrivere una fase storica separata, di cui era contemporaneo, ma presentando un'immagine panoramica del quadro storico dello Stato.

Infanzia e giovinezza di N. Karamzin

Il futuro genio nacque il 12 dicembre 1766. È cresciuto ed è stato allevato nella casa di suo padre, Mikhail Yegorovich, che era un capitano in pensione. Nikolai ha perso sua madre presto, quindi suo padre è stato completamente coinvolto nella sua educazione.

Non appena ha imparato a leggere, il ragazzo ha preso i libri dalla biblioteca di sua madre, tra cui romanzi francesi, opere di Emin e Rollin. Nikolai ricevette la sua istruzione primaria a casa, poi studiò nel collegio nobile di Simbirsk e poi, nel 1778, fu mandato nel collegio del professor Moskovsky.

Fin da bambino iniziò ad interessarsi alla storia. Ciò è stato facilitato da un libro sulla storia di Emin.

La mente curiosa di Nikolai non gli permetteva di stare fermo a lungo, iniziò a studiare lingue e andò ad ascoltare lezioni all'Università di Mosca.

Inizio carriera

La creatività di Karamzin risale al tempo in cui prestava servizio nel reggimento delle guardie Preobrazenskij a San Pietroburgo. Fu durante questo periodo che Nikolai Mikhailovich iniziò a mettersi alla prova come scrittore.

Le parole e le conoscenze fatte a Mosca hanno contribuito alla formazione di Karamzin come artista. Tra i suoi amici c'erano N. Novikov, A. Petrov, A. Kutuzov. Nello stesso periodo si impegna in attività sociali: aiuta nella preparazione e nella pubblicazione della rivista per bambini "Lettura per bambini per il cuore e la mente".

Il periodo di servizio non fu solo l'inizio di Nikolai Karamzin, ma lo plasmò anche come persona e gli diede l'opportunità di fare molte conoscenze utili. Dopo la morte di suo padre, Nikolai decide di lasciare il servizio e non tornarvi mai più. Nel mondo di quel tempo, questo era considerato un'insolenza e una sfida alla società. Ma chissà, se non avesse lasciato il servizio, avrebbe potuto pubblicare le sue prime traduzioni, nonché opere originali, che mostrano un vivo interesse per argomenti storici?

Viaggio in Europa

La vita e l’opera di Karamzin cambiarono radicalmente la loro struttura abituale quando, dal 1789 al 1790. viaggia per l'Europa. Durante il viaggio, lo scrittore fa visita a Immanuel Kant, che gli ha fatto una notevole impressione. Nikolaj Michajlovic Karamzin, tabella cronologica che si riempie della sua presenza in Francia durante la Grande Rivoluzione francese, scrive successivamente le sue "Lettere di un viaggiatore russo". È questo lavoro che lo rende famoso.

C'è un'opinione secondo cui è questo libro ad aprire il conto alla rovescia nuova era Letteratura russa. Ciò non è irragionevole, dal momento che tali appunti di viaggio non erano popolari solo in Europa, ma trovavano seguaci anche in Russia. Tra questi ci sono A. Griboyedov, F. Glinka, V. Izmailov e molti altri.

È qui che “cresce” il paragone tra Karamzin e Stern. " Viaggio sentimentale Il tema di quest’ultimo ricorda le opere di Karamzin.

Arrivo in Russia

Ritornato in patria, Karamzin decide di stabilirsi a Mosca, dove continua la sua attività letteraria. Inoltre, diventa scrittore e giornalista professionista. Ma l'apogeo di questo periodo è, ovviamente, la pubblicazione del "Moscow Journal", la prima rivista letteraria russa in cui sono state pubblicate le opere di Karamzin.

Allo stesso tempo pubblicò raccolte e almanacchi che lo rafforzarono come padre del sentimentalismo nella letteratura russa. Tra questi ci sono "Aglaya", "Pantheon della letteratura straniera", "I miei ninnoli" e altri.

Inoltre, l'imperatore Alessandro I stabilì per Karamzin il titolo di storiografo di corte. È interessante notare che in seguito a nessuno è stato assegnato un titolo simile. Ciò non solo ha rafforzato Nikolai Mikhailovich, ma ha anche rafforzato il suo status nella società.

Karamzin come scrittore

Karamzin si unì al corso di scrittura mentre era già in servizio, poiché i tentativi di cimentarsi in questo campo all'università non furono coronati da grande successo.

La creatività di Karamzin può essere condizionatamente suddivisa in tre linee principali:

  • prosa letteraria, che costituisce una parte significativa del patrimonio (elencati: racconti, novelle);
  • poesia: ce n'è molto meno;
  • narrativa, opere storiche.

In generale, l'influenza delle sue opere sulla letteratura russa può essere paragonata all'influenza di Catherine sulla società: si sono verificati cambiamenti che hanno reso l'industria umana.

Karamzin è uno scrittore che divenne il punto di partenza della nuova letteratura russa, la cui era continua ancora oggi.

Sentimentalismo nelle opere di Karamzin

Karamzin Nikolai Mikhailovich ha rivolto l'attenzione degli scrittori e, di conseguenza, dei loro lettori, ai sentimenti come caratteristica dominante dell'essenza umana. È questa caratteristica che è fondamentale per il sentimentalismo e lo separa dal classicismo.

La base dell'esistenza normale, naturale e corretta di una persona non dovrebbe essere un principio razionale, ma la liberazione di sentimenti e impulsi, il miglioramento del lato sensuale di una persona in quanto tale, che è dato dalla natura ed è naturale.

L'eroe non è più tipico. È stato individualizzato e dotato di unicità. Le sue esperienze non lo privano della forza, ma lo arricchiscono, gli insegnano a sentire il mondo in modo sottile e a rispondere ai cambiamenti.

Il lavoro programmatico del sentimentalismo nella letteratura russa è considerato “ Povera Lisa" Questa affermazione non è del tutto vera. Nikolai Mikhailovich Karamzin, il cui lavoro è letteralmente esploso dopo la pubblicazione di "Lettere di un viaggiatore russo", ha introdotto il sentimentalismo proprio con gli appunti di viaggio.

La poesia di Karamzin

Le poesie di Karamzin occupano molto meno spazio nel suo lavoro. Ma la loro importanza non va sottovalutata. Come in prosa, il poeta Karamzin diventa un neofita del sentimentalismo.

La poesia di quel tempo fu guidata da Lomonosov e Derzhavin, mentre Nikolai Mikhailovich cambiò rotta verso il sentimentalismo europeo. C'è un riorientamento dei valori in letteratura. Invece del mondo esterno e razionale, l'autore approfondisce il mondo interiore dell'uomo ed è interessato ai suoi poteri spirituali.

A differenza del classicismo, i personaggi della vita semplice, della vita quotidiana diventano eroi e, di conseguenza, l'oggetto della poesia di Karamzin lo è vita semplice come lui stesso ha dichiarato. Naturalmente, nel descrivere la vita di tutti i giorni, il poeta si astiene da metafore e confronti pomposi, utilizzando rime standard e semplici.

Ma questo non significa affatto che la poesia diventi povera e mediocre. Al contrario, essere in grado di selezionare quelli disponibili in modo che producano l'effetto desiderato e allo stesso tempo trasmettano le esperienze dell'eroe: questo è l'obiettivo principale perseguito da creatività poetica Karamzin.

Le poesie non sono monumentali. Spesso mostrano la dualità della natura umana, due modi di vedere le cose, l'unità e la lotta degli opposti.

La prosa di Karamzin

I principi estetici di Karamzin riflessi nella prosa si ritrovano anche nelle sue opere teoriche. Insiste nell'allontanarsi dalla fissazione classicista del razionalismo verso il lato sensibile dell'uomo, il suo mondo spirituale.

Il compito principale è inclinare il lettore alla massima empatia, costringerlo a preoccuparsi non solo dell'eroe, ma anche di lui. Pertanto, l'empatia dovrebbe portare alla trasformazione interna di una persona, costringendola a sviluppare le sue risorse spirituali.

Il lato artistico dell'opera è strutturato allo stesso modo di quello delle poesie: un minimo di schemi linguistici complessi, sfarzo e pretenziosità. Ma affinché gli stessi appunti di viaggio non siano resoconti aridi, in essi viene in primo piano l’attenzione alla visualizzazione della mentalità e dei personaggi.

Le storie di Karamzin descrivono in dettaglio ciò che sta accadendo, concentrandosi sulla natura sensuale delle cose. Ma poiché le impressioni del viaggio all'estero erano molte, sono state trasferite su carta attraverso il setaccio dell'io dell'autore. Non si attacca alle associazioni fermamente stabilite nella sua mente. Ad esempio, ricordava Londra non per il Tamigi, i ponti e la nebbia, ma la sera, quando le lanterne sono accese e la città risplende.

I personaggi trovano lo scrittore stesso: questi sono i suoi compagni di viaggio o interlocutori che Karamzin incontra durante il viaggio. Vale la pena notare che queste non sono solo persone nobili. Comunica senza esitazione sia con la gente mondana che con gli studenti poveri.

Karamzin - storico

Il 19° secolo porta Karamzin alla storia. Quando Alessandro I lo nomina storiografo di corte, la vita e l'opera di Karamzin subiscono nuovamente cambiamenti drammatici: abbandona completamente l'attività letteraria e si immerge nella scrittura di opere storiche.

Stranamente, ma la sua prima opera storica, “Note sull'Antico e nuova Russia nei suoi rapporti politici e civili”, Karamzin dedicò critiche alle riforme dell’imperatore. Lo scopo della “Nota” era quello di mostrare i settori della società di mentalità conservatrice, così come la loro insoddisfazione per le riforme liberali. Ha anche cercato di trovare prove dell’inutilità di tali riforme.

Karamzin - traduttore

Struttura della “Storia”:

  • introduzione - descrive il ruolo della storia come scienza;
  • storia fino al 1612 dal tempo delle tribù nomadi.

Ogni storia o narrazione si conclude con conclusioni di natura morale ed etica.

Il significato di "Storie"

Non appena Karamzin completò il suo lavoro, "La storia dello stato russo" andò letteralmente esaurito come il pane. In un mese furono vendute 3.000 copie. Tutti erano assorbiti dalla “storia”: la ragione di ciò non erano solo i vuoti riempiti nella storia dello stato, ma anche la semplicità e la facilità di presentazione. Sulla base di questo libro, in seguito ne furono creati più di uno, poiché anche la “Storia” divenne fonte di trame.

La “Storia dello Stato russo” è diventata la prima opera analitica sull’argomento e ne è diventata anche il modello e l’esempio ulteriori sviluppi interesse per la storia del paese.



CATEGORIE

ARTICOLI POPOLARI

2024 “naruhog.ru” - Suggerimenti per la pulizia. Lavare, stirare, pulire